Marketing per avvocati: metodi e criteri per farsi pubblicità.
Gli avvocati, come numerose figure iscritte ad albi professionali sono soggette a vincoli estremamente stringenti nell’ambito della comunicazione pubblicitaria, questo può creare qualche difficoltà quando si parla di strategie di marketing per avvocati.
Ma procediamo con ordine, iniziamo con l’illustrare le regole che vincolano gli avvocati nel fare pubblicità.
Oltre ai normali vincoli di legge, gli avvocati sono soggetti ai dettami dal codice deontologico l’art.35 – Dovere di corretta informazione aggiornato al 22 gennaio 2016.
In generale la pubblicità è ammessa solo se è di carattere informativo e strettamente collegata alla propria attività professionale, all’organizzazione e alla struttura del proprio studio o alle specializzazioni conseguite per i titoli posseduti.
Vi sono quindi dei requisiti oggettivi e dei divieti bene espressi che regolano le comunicazioni degli studi d’avvocatura, vediamoli insieme:
Requisiti oggettivi:
- Trasparenza: Si deve descrivere la struttura e il tipo di studio legale. Non si possono tuttavia riportare “casi di successo” o “nomi di clienti” (anche se si tratta di società);
- Verità: Non si può mentire e nemmeno lasciar intuire. Quindi ci si può presentare solo per il tipo di servizio che si può garantire;
- Correttezza dei termini: La terminologia per quanto intricata e poco conosciuta deve essere rispettata, per esempio la parola “vilipendio” non può essere sostituita con “insulto” o “mancanza di rispetto“.
Divieti:
- Comparazione: Come spiega già la parola non si possono fare confronti di paragone fra uno studio ed un altro. Non si può quindi dire che il tuo studio è migliore di un altro;
- Equivoco: Non si possono dare spiegazioni poco chiare o che diano adito ad interpretazioni. La chiarezza è un obbligo fondamentale!
- Inganno: Non si può utilizzare pubblicità ingannevole. Se il proprio studio è specializzato in diritto di famiglia non si può dichiarare o lasciar intendere che si occupa anche di diritto penale;
- Denigratorio: Non si possono fare comunicazioni denigratorie per promuovere la propria attività. Per esempio, non si può fare una pubblicità denigrando dei colleghi o un’etnia;
- Suggestivo: Non si può far intendere che si possano fare cose per le quali in realtà non si è qualificati e non si possono promettere cose per le quali non vi è un risultato certo.
Alcune curiosità
Sino al 2016 gli studi di avvocati non potevano avere una pagina facebook, questo perché l’URL del proprio sito doveva contenere il nome dello studio e l’URL di facebook è per l’appunto facebook.com.
La pubblicità indiretta
Sino ad ora abbiamo visto cosa gli studi possono o non possono fare per farsi pubblicità “istituzionale”, adesso possiamo parlare di te in maniera più specifica.
Ci sono diverse tecniche di marketing che possono essere utilizzate per farti conoscere, voglio parlarti della “pubblicità indiretta”.
Il concetto chiave di questa strategia di marketing per avvocati è: “lascia che siano altri a parlare in tuo favore“.
Con cause di una certa rilevanza capita spesso che sui giornali locali appaia il nome dello studio o dell’avvocato che patrocina una determinata causa. Ogni volta che il tuo nome appare lascia un segno, il tuo obiettivo pertanto deve essere quello di dare la massima rilevanza alle tue azioni (sempre nel rispetto dei vincoli deontologici).
Un altro esempio di pubblicità indiretta è legato alle tue pubblicazioni, se hai scritto degli articoli per riviste o giornali autorevoli condividile sul tuo profilo instagram, in questo modo potresti attirare l’attenzione dei tuoi potenziali clienti.
Spero di averti dato qualche buona idea con quest’articolo, se è così ti chiedo di condividerlo per assecondare le mie strategie di marketing!